” Ma cosa è questo stato che sento dentro di me?
Sento qualcosa di strano in tutto il mio corpo ma non capisco cosa è…..
io sto di m….allora agisco in qualche modo, così starò meglio “
EMOZIONI APORETICHE E CORPO DEGLI ADOLESCENTI
Per gli adolescenti, il corpo è lo strumento primario di conoscenza del mondo, con esso fanno esperienza ed esso è la chiave di interpretazione di tutto.
Emozione aporetiche ….ma che parola è?
Sono quelle emozioni che percepiamo in modo indistinto, confuso. Quando sperimentiamo una sorta di malessere ma non capiamo di che si tratta , la nostra emozionalità non si traduce in parole.
Le emozioni aporetiche sono quelle che si sperimentano nel corpo ma non arrivano ad un livello cognitivo per cui non possono essere espresse, descritte.
E’ una sorta di clima emotivo, sensazioni indistinte a cui non si riesce a dare un nome e anche peggio non si riesce a capire di che si tratta.
È in questo condizione che probabilmente cominciamo ad avere pensieri disturbanti o dannosi. Cerchiamo di trovare colpevoli nelle situazioni che ci accadono o nelle persone che ci circondano.
Spesso incolpiamo qualcosa di esterno come causa del nostro malessere , qualche evento o qualche persona, ma le cose non stanno proprio così. L’esterno ci porta a sentirci in un dato modo ma è come lo leggiamo che influenza come staremo.
E allora di chi è la colpa ?
Questa condizione capita a tutti noi , a qualsiasi età ma è prassi negli adolescenti che proprio per il loro sviluppo cerebrale agiscano le loro emozioni, piuttosto che pensarle . La competenza a MENTALIZZARE le emozioni si sta strutturando a livello cerebrale, nell’adolescenza.
Anche se posso affermare che da adulti non è una competenza acquisita da tutti e ben consolidata. Purtroppo non veniamo sufficientemente istruiti fin da piccoli in questo campo.
Allora la colpa va ricercata nella poca dimistichezza a “dialogare” con la nostra emotività e a metterla parole, a non collegare che quello che pensiamo influisce sulle emozioni.
AGIRE PER ABBASSARE LA TENSIONE EMOTIVA
Sperimentare emozioni senza capire di cosa si tratta mi porta ad agire, sto male ed agisco in qualche modo per abbassare questa sensazione disturbante.
Se mi sento troppo su di giri , se sento una forte pressione , se percepisco che qualcosa nella mia vita non funziona, agisco e cerco di ristabilire un equilibrio (posso arrivare a far del male a qualcuno, o a farmi del male , abbuffarmi, vomitare, tagliarmi…).
Certo ho fatto l’esempio di agiti molto disfunzionali , ma sono frutto di una emotività senza parole , non raccontata e negli adolescenti sono abbastanza frequenti.
LA MENTALIZZAZIONE
Ecco che diventa opportuno arrivare alla mentalizzazione : la capacità di riflettere sulle proprie emozioni, pensare ai sentimenti e sentire i propri sentimenti .
Nel momento in cui mi metto in ascolto di quanto accade dentro di me non agisco, mi do quello spazio di riflessione : il minuto prima di agire lo chiamano in Mindfulness. E così non agisco d’impulsività perché riesco ad aprire la mia visuale.
È quella capacità che ci consente anche di comprendere le emozioni degli altri , cosa provano e come comportarsi di conseguenza, di sapersi adeguare al contesto. Ma anche ricordare un avvenimento passato e lo stato d’animo collegato, quindi poter apprendere dall’esperienza.
Aiutare gli adolescenti a mentalizzare è la funzione dell’adulto, del genitore, del terapeuta quando l’adolescente sceglie di farsi aiutare. Vanno guidati ad acquisire questa competenza .
DI COSA E’ FATTA LA MENTALIZZAZIONE
Mentalizzare vuol dire allenare una serie di capacità:
- identificare le emozione, riconoscerle e dargli un nome,
- modulare e saper riconoscere quanto si stanno alzando le emozioni, in particolare tenere sotto controllo emozioni potenzialmente distruttive come rabbia , ansia, tristezza e paura.
Avete presente il vecchio termometro al mercurio ? Ecco anche le emozioni possono alzarsi da uno stato di “temperatura naturale” fino a ad un livello molto caldo. E come la febbre se non si abbassa rischia di fare danni all’organismo, allo stesso modo le emozioni troppo calde , troppo elevate possono apportare danni.
La REGOLAZIONE EMOTIVA consente di mantenere le proprie emozioni entro una “finestra di tolleranza”
Detto così sembra semplice, ma prima di capire che è possibile graduare e rispondere più efficacemente alle situazioni della vita quotidiana ci sono un po’ di passaggi da fare :
- rendersi conto del proprio stato d’animo e non reagire immediatamente ma comprenderlo
- essere disponibili a sperimentare le emozioni anche quelle difficili
- usare strategie che aiutino a modulare l’intensità e la durata di certe emozioni
- perseguire un obiettivo indipendentemente dalle emozioni che ci attraversano.
Pensare un’emozione non la fa sparire o diventare una cosa bella, però consente di trovare delle strategie per modificarla, contenerla.
LA SITUAZIONE ATTUALE CON LA PANDEMIA
Il mio rammarico è che tutte questa abilità hanno bisogno del contatto sociale per essere allenate, delle esperienze quotidiane, fatte di gioie e dolori. In questo periodo di distanziamento fisico purtroppo c’è poco incontro, poca relazione con gli altri se non mediata da un video . Con le mascherine buona parte del viso è tagliata fuori e tantissime informazioni ci mancano.
Questo periodo storico rende più difficile potersi esercitare con certe abilità e tanta energia rimane intrappolata dentro i nostri corpi senza possibilità di scarica.
E’ un momento di forte complessità per tutti , nel frattempo continuiamo a stare vicino ai nostri adolescenti, osserviamoli ed interroghiamoci su come poterli sostenere!